Ideogamma, ha appena terminato le rappresentazioni di La Dolores al Teatro Real di Madrid.
Riguardante il progetto, ambizioso anche per gli elevati standard della sua azienda, il projection designer Sergio Metalli, spiega, “Abbiamo proiettato la ‘scenografia’, per tutto lo spettacolo, su cinque schermi motorizzati sul palco e su un grande tulle che copriva il proscenio.”
Da tempo, Metalli aveva considerato l’idea degli schermi multipli mobili e l’ha discusso con il regista dell’opera, José Carlos Plaza, con il quale aveva già lavorato in Italia ed in Spagna.
Le immagini per l’opera (del compositore spagnolo Tomás Bretón e ambientata nell’Aragona del 19° secolo) erano delle foto di J. C. Plaza e dipinti astratti di Enrique Marty. Tale combinazione, con immagini di transizione create al computer, aveva come risultato delle atmosfere che spaziavano dalla vita reale all’onirico, in grado di trasformare il set in modo drammatico in pochi secondi.
Ricardo Cuenca, direttore del reparto audiovisivo del Teatro Real, spiega, “Sul palco, tutti i quattro schermi rastremati avevano forme diverse e le loro dimensioni variavano da 66 a 35 metri quadri, e le altezze da poco più di 3 metri a quasi 9 metri”.
Lo schermo centrale invece era quadrato, con un lato di 6,5 metri, e tutti i cinque proiettori (Eiki XT3 10.000 ansi lumen) erano installati verticalmente sui carrelli motorizzati sui quali erano montati gli schermi, realizzati con Notturno, un PVC nero per retroproiezioni del produttore italiano Peroni. Le proiezioni sul tulle principale frontale misuravano 18 x 9,5 metri.
Entusiasta dei risultati ottenuti, Metalli ha concluso, modestamente, “Era da tempo che desideravo fare qualcosa di questo tipo, ma poteva andare in scena con il massimo effetto solamente in un grande teatro moderno con un’ottima squadra tecnica, quindi il Teatro Real era la scelta perfetta!”