Il Festival delle Arti di Beiteddine si è svolto per la prima volta nel 1985, è uno dei festival leader del Medio Oriente e si svolge all’interno di un grande magnifico palazzo costruito 200 anni fa nelle Montagne Chouf, in Libano.
Gli eventi di quest’anno comprendevano un ritorno della compagnia di ballo libanese Caracalla Dance Theatre, con la prima mondiale di “Kan ya ma kan” (C’era una volta), una fusione estremamente originale di Scheherazade, del Bolero e del folklore Libanese. A mettere ulteriormente in risalto questa produzione incantevole è stata la performance dal vivo dell’Orchestra Filarmonica Libanese, sotto la direzione di Harout Fazlian.
Il nuovo spettacolo, realizzato e diretto dal figlio di Caracalla, Ivan, era una co-produzione del Festival e del Caracalla Dance Theatre, con la coreografia della sorella di Ivan, Alissar, e caratterizzata da 75 artisti (ballerini, attori e cantanti), oltre agli 80 membri dell’orchestra e una squadra tecnica di circa 30.
Caracalla ha chiamato una équipe di creativi italiani per la produzione: lo scenografo Luigi Marchione, il lighting designer Gianni Starapoli, e il sound designer e fonico Giancarlo Gennaro, mentre gli effetti visivi erano di Sergio Metalli, fondatore degli studi riminesi di Ideogamma.
Per il musical di Caracalla, Marchione ha progettato un set imponente (largo 43 metri, profondo 24 ed alto 15) per il palcoscenico costruito appositamente per lo spettacolo, come le tribune nel grande cortile. Durante lo spettacolo, il set si trasformava in bazar, un mercato delle odalische, in harem, nella corte reale per una cerimonia d’incoronazione e in varie altre zone del palazzo reale.
L’équipe di Ideogamma, guidata dal visual director Sergio Metalli, comprendeva suo figlio Mattia Metalli e Sorin Voicu, responsabile per gli effetti speciali e la post-produzione.
I proiettori usati al Beiteddine Art Festival erano undici Sanyo XF 47 15k ansi lumen e un modello Christie Roadie 25k HDTV.
Ognuno dei quattro Sanyo 15k appesi da due americane ai lati del set proiettava su uno schermo girevole alto nove metri e largo quattro (le proiezioni coprivano solamente sei metri degli schermi), montati su un perno centrale che li permetteva di essere ruotati, assumendo tre posizioni prestabilite.
Le riprese, sono state effettuate da Ideogamma per un totale di dieci giorni al Palazzo di Beiteddine prima dello spettacolo, utilizzando attrezzature che comprendevano una videocamera Panasonic AJ-HPX3000 HD, un jimmy jib da 8 metri ed una steadicam Cinema Products, e successivamente, dopo una affascinante post-produzione, proiettate sul complesso sistema di schermi.
Dopo le repliche del musical, Metalli era entusiasta riguardante i risultati finali: “Lo spettacolo è stato un grande successo di pubblico, e gli organizzatori ci hanno chiesto di fare una serata in più, con quattro mila spettatori – è stato veramente fantastico!”