Relativo al progetto: Samson et Dalila    

MTG Lirica - Online magazine

21 Novembre 2016

Samson et Dalila, Camille Saint-Saëns

TEATRO REGIO DI TORINO, DOMENICA 20 NOVEMBRE 2016

Per il secondo titolo in cartellone il Teatro Regio di Torino mette in scena una spettacolare produzione di Samson et Dalila di Saint-Saens in collaborazione con il National Centre for Performing Arts con la regia, scene e costumi di Hugo de Ana. É un allestimento completo e studiato fin nei particolari per rendere giustizia al testo libretto ed ai singoli personaggi, creando una ambientazione astratta e simbolica, ma con spunti di estrema concretezza. Meravigliosi sono gli ambienti creati da de Ana, che richiamano tanto i fasti ampollosi dei Filistei che le umili condizioni degli schiavi Ebrei; osserviamo ambienti e scalinate rocciosi o stanze riccamente allestite di tendaggi e arredi preziosi. Le proiezioni ed i video di Sergio Metalli offrono un commento e completamento a quanto si assiste in scena, con richiami a corpi statuari che muovendosi creano geometrie avvolgenti, oppure con aggiunte scenografiche che arricchiscono e talvolta spiegano. Anche i costumi di de Ana sono concepiti per mettere in risalto l’omogeneità del popolo ebraico nella sua miseria grigia in opposizione alla ricchezza e caleidoscopica vivacità filistea. Quasi magico il disegno luminoso di Vinicio Cheli che arricchisce, esalta e crea sfumature o contrasti di colore magnifici affinché tutto sia avvolto da un clima fiabesco. Perfino il sipario anticipa o prosegue ciò che si vede sul palco, si pensi alle immagini del tempio di Dagon che in chiusura prosegue la sua inesorabile distruzione in blocchi a caduta libera.

Veramente coinvolgente nelle sue coreografie Leda Lojodice. Raramente si assiste ad esecuzioni così pertinenti ed intelligenti. La personalissima interpretazione delle danze nell’atto conclusivo che vede protagonista il popolo ebreo in grigie nudità cui infine si uniscono e contrappongono i coloratissimi oppressori è molto di effetto e ben lungi da qualunque banalità. 

Un bravissimo va al coro del Regio che tanta parte ha in questo capolavoro ed è stato pronto ad entrare vivamente e vocalmente in questa partitura dall’ animo oratoriale.

Samson trova grinta e nobile voce in Gregory Kunde dal fraseggio invidiabile, voce che offre ancora dei numeri di grande efficacia ed una interpretazione coerente ed intensa.

Claudio Sgura è sicuro ed imperioso nel ruolo del Sommo sacerdote di Dagon cui aggiunge anche sensualità in scena e vocalmente.

Bello il timbro rotondo e scuro del vecchio ebreo Sulkhan Jaiani, come pure interessante quello di Abimélech interpretato da Andrea Comelli.

Chiudono il cast i degni messaggero e due filistei, Roberto Guenno, Cullen Gandy e Lorenzo Battagion.

Teatro gremito e festante per tutti al termine.